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Nell’atelier agricolo il paziente sente la partecipazione alla vita della natura e vi connette la sua mente. Possono emergere anche criticità nella relazione paziente-terapeuta-agricoltore. Questa possono esprimersi attraverso cambiamenti di tonalità emotiva, stati d’animo e focalizzazioni attentive.
Il “background feeling” dell’atelier rimane normalmente fuori consapevolezza, ma può essere riportato alla coscienza attraverso la parola nella seduta psicoterapeutica. Lì possono essere rivisti e indagati gli stati mentali nelle loro forme dinamiche.
L’analisi verte, infatti, sempre intorno alla domanda fondamentale: “Che
cosa ha significato per te sentirti vivo/a nell’applicazione della metafora?”. L’attività mentale cognitiva e il vissuto emozionale richiedono una consapevolezza e un equilibrio necessari per coordinare in modo armonico tutte le parti. Innanzitutto si prende coscienza delle sensazioni fisiche sottostanti le emozioni: pressione, calore, tensione muscolare,
respirazione, ritmo cardiaco. Si lavora sull’individuazione delle sensazioni associate al rilassamento e al piacere: respiro, gesti, movimenti. Si pone attenzione ai minimi cambiamenti corporei. Si incomincia a provare che cosa succede con un respiro profondo, che attiva il SNS mentre l’adrenalina velocizza il battito cardiaco. L’espirazione attiva il parasimpatico che rallenta il vortice dei pensieri. Respiri lunghi e profondi calmano la mente. Un certo sguardo, un atteggiamento del corpo o un tono di voce rassicurante
possono modificare il modo in cui la persona si sente.
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Attraverso la mindfulness si impara a rapportarsi con le sensazioni della paura, della rabbia, dell’impotenza, della fatica, della
noia. In ogni persona, psicologicamente a disagio o anche neuralmente lesa, esiste un residuo non danneggiato, fiducioso, disponibile e curioso che rende possibile la mindfulness. Non c’è mente, infatti, senza consapevolezza che mette in contatto con la natura transitoria dei sentimenti e delle percezioni.
La mindfulness aiuta le persone a essere in grado di stare con i propri pensieri, emozioni, sentimenti. Le guida a prendersi il tempo di rispondere, inibire, intervenire, organizzare.
La mindfulness si basa sulla facoltà mentale e spirituale dell’attenzione non giudicante, per coltivare una più piena presenza all’esperienza del “momento per momento”, al “qui e ora”.
L’Embedded mind, tuttavia, ha bisogno ancora di integrarsi con altre dimensioni mentali per integrare più efficacemente il paziente nel suo ambiente, superando una concezione della cognizione come fenomeno esclusivamente interno all’organismo.
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