Nuovi percorsi, nuove speranze
La ricerca scientifica, nonostante le considerazioni che sembrano negare ogni prospettiva di speranza, dimostra che un ambiente di vita stabile e organizzata, affettuosa e accogliente e un accompagnamento propositivo e abilitativo, aiutino realmente le persone affette da ASD a sviluppare abilità e competenze che possono condurle verso livelli di autonomia e di indipendenza ritenute impossibili. Occorre operare quindi un radicale cambiamento culturale nella definizione del significato delle abilità e, di conseguenza, dell’approccio alla disabilità, da affrontare con azioni inclusive e socializzanti.
In questi ultimi anni, con la crescita della sensibilità sociale e della ricerca clinica, e sotto l’impulso e le iniziative delle diverse associazioni di genitori e di volontariato, sono stati sperimentati numerosi tentativi per dare risposte ragionate e organiche ai disturbi dell’autismo.
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Queste nuove metodologie abilitative hanno seguito un approccio più comprensivo, perseguendo l’integrazione dei trattamenti sanitari nella rete dei servizi abilitativi e socio-assistenziali. Si è così espressa chiaramente l’esigenza, recepita dall’attuale legislazione del “Dopo di noi” di progettare, sperimentare e offrire servizi abilitativi (pratiche di quotidianità, laboratori di abilitazione) e anche residenziali (case famiglie, comunità alloggio) capaci di rispondere efficacemente alle difficoltà funzionali, psicologiche e umane delle persone autistiche.
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Oggi si ritiene essenziale offrire strategie d’intervento personalizzate, costruite sulla conoscenza della storia evolutiva delle singole persone, attente alle caratteristiche psicologiche dei pazienti, centrate non solo sulla lettura delle necessità e bisogni ma anche sull’attenzione alle preferenze e ai desideri personali.
Quest’attenzione personale si concretizza nel PEI (Progetto Educativo Individualizzato). Quanto più è evidente e realistica la formulazione di un programma personalizzato abilitativo e non solo assistenziale tanto più il percorso abilitativo diventa efficace. Il progetto va però finalizzato al più elevato livello possibile di autonomia, sul lavoro di cura e di inclusione lavorativa e sociale.
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Questa scheda è stata redatta da:
Domenico Cravero
in data
01/04/2024