|
Il PEI rappresenta quindi la progettazione dell'intervento con l’utente per un
periodo di tempo stabilito, al termine del quale l’intervento viene verificato e valutato.
L’equipe settimanale di verifica del PEI e la supervisione sistematica dell’intervento abilitativo sono momenti essenziali e ineludibili per garantire il collegamento costante tra le attività previste ogni giorno e il progetto personalizzato.
La progettazione degli interventi si svolge, in sintesi, ad almeno tre livelli:
- Il Progetto Educativo Individualizzato (PEI) che guida e coordina l’abilitazione di ciascun
utente finalizzata alla vita indipendente.
- La Partitura che specifica le attività da svolgersi negli atelier agricoli, focalizzati non solo
sulle abilità da formare ma anche sui significati emozionali e simbolici, impliciti nella
metodologia dell’agricura.
- Il Bilancio delle Abilità che, da una parte verifica le abilità che è possibile sviluppare e, dall’altra, introduce al Bilancio delle Capacità, indispensabili per l’inserimento lavorativo, coronando così il percorso per la vita indipendente.
|
A. Sen, sviluppando una definizione di sviluppo inteso quale “processo di espansione delle libertà reali godute dagli esseri umani”, ha improntato un modello valutativo per il benessere e qualità della vite. Per A. Sen, valgono le libertà sostanziali, le capacità “di
scegliersi una vita cui (a ragion veduta) si dia valore” 12 . Contano le possibilità effettive di perseguire e raggiungere i propri obiettivi:
“La ‘capacitazione’ di una persona non è che l’insieme delle combinazioni alternative di funzionamenti che essa è in grado di realizzare. È dunque una sorta di libertà: la libertà sostanziale di realizzare più combinazioni alternative di funzionamenti”.
La persona è così valorizzata nel suo avere progetti, salvaguardati e resi possibili
dall’organizzazione sociale. Nella condizione autistica però le capacità vanno sviluppate attraverso precise pratiche abilitative.
Società civilmente progredita è quella che favorisce il nascere di luoghi in cui le persone, individualmente e collettivamente, hanno possibilità concrete di sviluppare le proprie risorse e di condurre un’esistenza creativa secondo le proprie possibilità. Più che di capitale umano è quindi più preciso parlare di capacitazione umana, come capacità di
ampliare le possibilità di scelta.
M. Nussbaum ampliando questo approccio propone di sostituire il paradigma della crescita economica con il paradigma dello sviluppo umano.
|
|