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Il corpo è in continuo movimento. Gli atti fisici e mentali assumono uno
svolgimento temporale mentre sono agiti. Se questo non avvenisse, non sarebbero incarnati e potrebbero diventare incomprensibili. Le neuroscienze hanno costruito una mappatura precisa delle funzioni cerebrali. Il sistema nervoso comprende però connessioni molto più complesse di quelle finora conosciute e queste determinano un’apertura transmodale sorprendente, ma sempre incarnata.
Le forme vitali si condensano nel sentimento di esistere, del “sentirsi vivi”. L’orizzonte teorico degli atelier agricoli dell’agricura stabilisce un particolare rapporto con le forme vitali descritte da D. Stern (Forms of Vitality) che considerano la forma con cui l’azione viene compiuta. Da questa si può capire il rapporto che la persona instaura con gli altri e con la natura viva dell’atelier agricolo. Le persone sono percepite quindi in base alla loro vitalità, che appare come autenticità. Empatia e sintonia nella diade terapeutica e con la
vita della natura non possono prescindere dal movimento delle persone e si esprimono innanzitutto nelle forme vitali. Senza movimento non c'è processo vitale. Molti aspetti della vita psichica non sono immaginabili senza il movimento (gli atelier dell’agricura, infatti, sono interpretati secondo la metafora di un laboratorio musicale). Tempo, spazio, forza e intenzionalità (direzione) assumono una forma che è il movimento. Insieme, costituiscono
le forme vitali. Esse sono prodotti della mente, non esistono nel mondo fisico. La Vitality è una gestalt, una proprietà emergente. Le forme vitali si condensano nel sentimento del “sentirsi vivi” in ciò che si ama fare, nei significati che danno sensazioni e ben-essere. La vita si declina in molteplici forme vitali. Esserne privi è come vivere senza passioni né interessi. Attraverso la vitalità si forma l’esperienza familiare del mondo. Il movimento è
fisico ma il vissuto è psicologico. Le forme vitali sono percepite come motivazione all’agire, come sentimento della pulsione della vita.
Le forme vitali danno quindi configurazione e vita alle narrazioni. Sono lo stile con cui un’azione è fatta, sentita e pensata. Il che cosa dipende dal come e viceversa. Ogni comunicazione trasmette dei contenuti verbali ma insieme stabilisce una relazione secondo una particolare forma di vitalità che permette di sentire cosa sta realmente accadendo. In queste forme vitali il movimento è primario, perché indica come un atto è stato compiuto. Non sono le pulsioni che motivano innanzitutto il comportamento umano, quanto piuttosto la comunicazione e la condivisione con gli altri che diventano emozione e
attivano le esperienze. Senza il contenuto e la parola (logos) non potrebbero attivarsi.
Nello stesso tempo, solo associato all’attivazione, il contenuto può assumere forma dinamica (pathos). Le forme vitali non possiedono uno specifico organo sensoriale o area cerebrale, ma sono regolamentate simultaneamente. L’esperienza quindi è codificata più volte dal cervello, forse in reti neurali distinte ma sovrapposte. La vitalità non appartiene a nessun ambito
mentale specifico, è la coloritura di ogni esperienza, legata al profilo delle fluttuazioni del grado della motivazione, dell’interesse e dell’esperienza del benessere negli atelier agricoli. Il sistema di attivazione (stimolazione, arousal) fornisce la forza alle motivazioni perché poi si traducano in azioni. La definizione di emozione non può prescindere dall’attivazione.
Posture, gesti, atteggiamenti, senza forma vitale si riducono, a segni
convenzionali senza energia. Senza indicazione della loro forza e dello svolgimento temporale, perdono vitalità e tono edonico.
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Le forme vitali sono importanti sia in ambito terapeutico, sia nelle forme artistiche e nell’azione rituale. Questa condizione spiega il possibile abbinamento tra agricura e rap terapia o altre espressioni artistiche.
Tutte le arti hanno alla base delle forme di vitalità che è la rappresentazione psicologica (il vissuto) del sistema multi-sensoriale attivato, quando si è toccati da uno stimolo emozionale o coinvolti in un evento. Le forme vitali possono poi essere organizzate a un livello operativo più alto, come avviene nel dominio artistico, dove la sensorialità è inglobata nella sensibilità. A questo livello compaiono i simboli, nasce il linguaggio, si sviluppa il bello e il sacro. È possibile così operare un abbinamento delle dinamiche vitali tra più persone, instaurare una vera sintonia affettiva. Senza le forme vitali
non si attiverebbe, infatti, la sincronizzazione accurata delle interazioni e neppure l’interpretazione artistica. La vitalità, linguaggio comune delle arti e quindi anche dell’agricura, è un nuovo campo d’indagine sull’importanza delle forme vitali ancora poco considerate. Il codice della salute che individuo nel concetto di vitality (secondo il pensiero di D. Stern e le acquisizioni dei performative studies) trova nell’Enacted mind il suo riferimento più appropriato. Nella vitality, inoltre, il cibo, prodotto naturale dell’agricura, può
essere considerato come medium non solo della nutrizione e alimentazione umane ma dei processi di personificazione, per l’evidente rapporto tra il cibo e la vita emozionale e affettiva.
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